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Le vitamine liposolubili.


mercoledì 16 gennaio 2019


Le vitamine liposolubili

Quali sono le vitamine liposolubili? Rispondiamo a questa domanda e inoltre vediamo come vengono assorbite e conservate all'interno dell'organismo di cani, e gatti, e a cosa servono.

Le vitamine liposolubili vengono così definite poiché sono in grado di sciogliersi nel grasso.  Il loro assorbimento nel tratto gastroenterico è, infatti, facilitato dalla concomitante presenza di lipidi. Queste vitamine, a differenza delle vitamine idrosolubili, possono essere accumulate nell'organismo, soprattutto nel fegato e nel tessuto adiposo. A questa categoria appartengono le vitamine A, D, E, K.

Di seguito analizziamo le singole vitamine liposolubili, le loro funzioni nell'organismo, la loro concentrazione nei diversi alimenti e i fabbisogni minimi, e massimi, nel cane e nel gatto.

VITAMINA A o RETINOLO
la Vitamina A svolge numerose funzioni biologiche nell'organismo, in particolar modo:
- regola la formazione e il mantenimento degli epiteli, della pelle e dei denti;
- interviene nella crescita e nel rimodellamento osseo;
- è un componente del pigmento retinico rodopsina necessario per la visione in condizioni di luce debole;
- partecipa al corretto funzionamento del sistema immunitario;
- è coinvolta nella spermatogenesi.

Ad una sua carenza possono seguire un ritardo di accrescimento, anoressia, cecità notturna, fotofobia, con possibile sviluppo di ulcerazioni della cornea, nonché, lo sviluppo di lesioni cutanee. Inoltre, si ha una maggior suscettibilità a infezioni, e infestazioni, a carico di diversi apparati. Negli adulti si riscontra anche una diminuzione della fertilità.

La vitamina A, una volta assorbita, viene immagazzinata in forma esterificata a livello epatico. Un'eccessiva somministrazione di questa vitamina può causare, oltre alla spondilosi cervicale deformante tipica del gatto in accrescimento, anche un'eccessiva perdita di peso, la frattura spontanea delle ossa, lo sviluppo di dermatiti squamose e/o la tumefazione delle palpebre.

La vitamina A è principalmente contenuta negli alimenti di origine animale e ne sono particolarmente ricchi il fegato, le uova, i latticini e l'olio di pesce (in particolar modo nell'olio di fegato di alcuni pesci come, per esempio, quello di merluzzo). Negli alimenti di origine vegetale, invece, non ritroviamo direttamente la vitamina A, ma i suoi precursori sotto forma di pigmenti carotenoidi. Tra questi il più rilevante, per la sua diffusione in natura, risulta essere il beta-carotene. I carotenoidi vengono convertiti in vitamina A all'interno delle cellule della parete intestinale e, in misura minore, in altri organi come fegato, reni e polmoni. Non tutti gli animali, però, sono in grado di effettuare questa conversione: nel gatto, per esempio, manca la diossigenasi preposta a tale conversione e di conseguenza questa specie non può trasformare i carotenoidi in vitamina A.  Quando si prepara un piano alimentare per un gatto, infatti, è importante, al fine di evitare carenze, scegliere alimenti che contengono direttamente questa vitamina e non semplicemente i suoi precursori.

Per la vitamina A le linee guida FEDIAF forniscono sia i livelli minimi che quelli massimi giornalieri che un cane e un gatto, a seconda dello stato fisiologico, dovrebbe assumere.  In questo link: http://www.fediaf.org/self-regulation/nutrition/ sono reperibili le linee guida di FEDIAF aggiornate.

VITAMINA D
La vitamina D, in natura, può trovarsi sotto due forme: colecalciferolo (o vitamina D3, presente negli animali) ed ergocalciferolo (vitamina D2, presente nelle piante). Il colecalciferolo può essere prodotto dalla pelle nella maggior parte dei mammiferi a partire dal precursore 7-Deidrocolesterolo. Tuttavia, i cani e gatti fanno eccezione e richiedono una vitamina D preformata nella loro dieta.

La sua principale funzione è quella di intervenire nella regolazione dei livelli plasmatici di calcio e fosforo, infatti essa è in grado di indurre un aumento dell'assorbimento del calcio a livello intestinale, di diminuire l'escrezione di calcio e fosforo a livello renale, nonché di regolarne la loro mobilizzazione ossea. Anche questa vitamina può essere accumulata nel corpo, specialmente nel fegato per essere successivamente utilizzata in caso di necessità. La vitamina D, però, per poter essere utilizzata deve venire "attivata" mediante una doppia idrossilazione, la prima nel fegato e la seconda nel rene.

Una carenza di Vitamina D causa rachitismo negli animali in accrescimento e osteomalacia in soggetti adulti. Un suo eccesso, invece, porta ad un'ipercalcemia con deposito di calcio nei tessuti molli.

Le fonti più ricche di vitamina D sono i pesci grassi e gli olii derivati dal loro fegato. Anche latte e tuorlo d'uovo risultano essere una buona fonte di questa vitamina.

Anche per questa vitamina FEDIAF fornisce i limiti minimi e massimi che dovrebbero essere somministrati giornalmente al cane e al gatto.

VITAMINA E
Con il termine "vitamina E" si intende un gruppo di composti chimicamente affini che possiedono la medesima attività ma con diversa intensità. In natura, ci sono otto forme isomeriche di vitamina E, quattro tocoferoli (α, ß, γ, δ) e quattro tocotrienoli (α, ß, γ, δ). La forma dotata di maggior azione vitaminica è rappresentata dall' α-tocoferolo.

Le funzioni più significative di questa vitamina sono legate alla sua proprietà di antiossidante biologico (sia nell'organismo che negli alimenti). Essa, infatti, ostacola la formazione di radicali liberi e perossidi attraverso un meccanismo di stabilizzazione e protezione degli acidi grassi insaturi, di varie vitamine nonché di diversi ormoni ed enzimi. Altre sue funzioni, nell'organismo, comprendono la modulazione della sintesi di prostaglandine, la capacità di aumentare la produzione di anticorpi, nonché la regolazione della permeabilità delle membrane cellulari.

La vitamina E va incontro facilmente a distruzione per processi di ossidazione.

Le manifestazioni dovute a una carenza di vitamina E sono varie e possono essere diverse a seconda della specie animale. Nei cani comprendono la malattia degenerativa del muscolo scheletrico associata a debolezza muscolare, l'ipofertilità associata, nel maschio, a degenerazione dell'epitelio germinale testicolare e alterata spermatogenesi e, nella femmina, al fallimento della gestazione. Inoltre, in corso di ipovitaminosi E si può avere una caratteristica pigmentazione brunastra della muscolatura liscia intestinale. Nei gatti invece si evidenziano principalmente lesioni a carico del fegato, distrofie a carico dei muscoli striati e di quello cardiaco.

Le principali riserve nell'organismo di questa vitamina si trovano nel fegato e nel tessuto adiposo.

Tra le vitamine liposolubili la vitamina E sembra essere una delle meno tossiche, infatti, gli animali sono in grado di tollerarne anche livelli molto alti senza sviluppare reazioni avverse.

FEDIAF, infatti, indica solo i valori minimi giornalieri che un animale dovrebbe assumere ma non pone alcun limite massimo.

Le principali fonti alimentari di vitamina E comprendono gli olii vegetali, i semi e i cereali, mentre le fonti di origine animali generalmente ne contengono un quantitativo molto ridotto.

VITAMINA K
Con il termine "vitamina K" si intende un gruppo di composti chimici caratterizzati da attività antiemorragica. Le due forme più presenti in natura sono la vitamina K1 (fillochinone) presente soprattutto nei vegetali a foglia verde, e la vitamina K2 (menachione) prodotta da batteri actinomiceti presenti nel tratto intestinale degli animali.

La sua principale funzione nell'organismo è di permettere la formazione della proconvertina, l'enzima che promuove la sintesi della protrombina da parte del fegato. In caso di una sua carenza, infatti, si ha una riduzione della coagulabilità del sangue con conseguenti emorragie.

Essendo la vitamina K2 prodotta direttamente nell'intestino e la vitamina K1 abbastanza diffusa negli alimenti, difficilmente gli animali sani vanno incontro ad un ipovitaminosi k. Ci sono, però, condizioni particolari, come uno spiccato malassorbimento, l'ingestione accidentale di dicumarolo (ad azione antivitaminica k) o la distruzione della microflora intestinale, che possono indurne una carenza.

La Vitamina K una volta assorbita viene trasportata nel fegato dove viene conservata. A differenza dalle altre vitamine liposolubili, però, va incontro ad un rapido turn-over e può essere facilmente escreta attraverso le urine. Rarissimi, infatti, sono i casi di ipervitaminosi K.

Gli alimenti più ricchi di vitamina K comprendono i semi oleosi, i vegetali a foglia verde, il fegato e le farine di pesce.

FEDIAF non fornisce indicazioni sui limiti minimi e massimi di vitamina K che dovrebbero essere assunti dai nostri animali domestici, ma sottolinea che, se la dieta contiene composti antimicrobici o anti-vitamici, potrebbe essere necessario aggiungerla alla normale alimentazione.


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